Lunga e feconda è stata la collaborazione fra Tono Zancanaro ed il nipote Sylvano Bussotti, musicista musicologo regista teatrale ed altro ancora, soprattutto per la realizzazione di scenografie e costumi per molte opere, ne ricordiamo solo alcune per brevità: Cecchina la buona figliola per il Politeama di Palermo; I 2 Foscari per la Fenice di Venezia; L'incoronazione di Poppea per il Teatro Comunale di Treviso, La fiera di Sorocinsky per la Scala di Milano; La Boheme per il Teatro Pucciniano di Torre del Lago, ecc. ecc.

Una particolare collaborazione è nata invece dalla commistione dei segni inconfondibili di Tono sulle partiture, altrettanto inconfondibili, di Sylvano Bussotti compositore.

Ne sono nati tre cicli di sette litografie realizzate risprettivamente negli anni 1973, 1974 e 1977.

Di particolare interesse la serie del 1977, dove la partitura nasce con il titolo AUTOTONO, un omaggio dedicato al settant'anni di Tono recita la dedica a pagina 5, un divertimento di 7+7 fogli a 4 mani in bianco e nero per una vita d'artista (come concerto di danza in scena) inserita nella BUSSOTTIOPERABALLET (bob) 1977. Di questa serie vengono mostrate la partitura di Sylvano Bussotti prima dell'intervento di Tono, dopo l'intervento di Tono e la litografia ricavata. Ogni foglio porta inoltre la descrizione che ne fa Sylvano Bussotti nella pubblicazione curata da Ricordi nell'anno 1978.

 

 

LITOGRAFIE 1973

LITOGRAFIE 1974

 

1977 - A QUATTRO MANI: AutoTono

 Partitura di Sylvano Bussotti 

 

  Intervento grafico di Tono Zancanaro

 Litografia ricavata

 

 01 02  L77021 
  Autotono 1  

n. 1
Quasi una tematica, con alla base un repertorio di ritmo e dinamiche a due riprese.
Lontanissimo il più lieve pulviscolo cadente
posa sull’orizzontale vibrazione delle linee appena in basso.
Grande volto di donna replicato da viso fanciullesco,
le teste riparate dalla idea di un immense ventaglio (di suoni) che si schiude al centro.
Bassorilievo di testine indiademate; fanno fronte il solo ( autoritratto = autotono)
personaggio virile della intera sèrie.
Si pensa ad un « fantasista » musicale,
capace di eseguire più strumenti (e diversi) e cantare gradevolmente.

03  04 L77022 
  Autotono 2  
n. 2
Ad un diverso stadio, non mutano che appena gli elementi,
anche se da una demarcazione più netta (e di più i pulviscoli,
con maggiore pregnanza si lasciano sfuggire alcune « note »),
un cenno di pianoforte inaugura e chiude la pagina; testine ad architrave, figurine volanti,
ancora le due fisionomie principali; una cellula ovoidale densa di punti che trapunta ...
Tastiere di differente, natura, confrontate al pianoforte, entrano in gioco.
05 06 L77023
   Autotono 3  
n. 3
Un ricco repertorio di percussioni;
e le figure han preso corpo,
si moltiplica il dettato ritornellando, quasi moto perpetuo.
07 08 L77024
   Autotono 4  
n. 4
Nella collezione l’eccezione di un foglio verticale:
sta in piedi come lo strumento a cui pensiamo, il contrabbasso;
ampie arcate (legature ) che in nero gettano un’ombra bianca sulla trama;
e poi qualche mucchietto dove finissime le lunule si ammassano
(davvero unghie lunghe lasciate cadere sulla carta, tagliate con le forbici, queste, dell’adulto).
Di corpi, androgini, vivi, conta una storia opulenta e « parigina »
09 10 L77025
  Autotono 5  
nn. 5 & 6
L’« informale », spaziatissimo nel primo, ammassato dentro il secondo,
alluderebbe, con l’« attacco » pianistico al margine destro,
oppure la « frase » a sinistra in basso, ad un’equivalenza del segno classico musicale con il tratto a mano-libera.
Nel primo tre paggi sovrastano due fanciulle, demoni alati che immerge letteralmente l’abbondanza dei suoni (di pianoforte).
Dal secondo esplode il mantice di una fisarmonica (non trarrà in inganno l’indicazione pianistica lasciatavi sfuggire)
che sussulta nei corpi più eroticamente arresi; di un piccolo volto d’Idolino il copricapo immane è una raggiera suonante.
11 12 L77026
   Autotono 6  
 nn. 5 & 6
L’« informale », spaziatissimo nel primo, ammassato dentro il secondo,
alluderebbe, con l’« attacco » pianistico al margine destro,
oppure la « frase » a sinistra in basso, ad un’equivalenza del segno classico musicale con il tratto a mano-libera.
Nel primo tre paggi sovrastano due fanciulle, demoni alati che immerge letteralmente l’abbondanza dei suoni (di pianoforte).
Dal secondo esplode il mantice di una fisarmonica (non trarrà in inganno l’indicazione pianistica lasciatavi sfuggire)
che sussulta nei corpi più eroticamente arresi; di un piccolo volto d’Idolino il copricapo immane è una raggiera suonante.
13 14 L77027
   Autotono 7  
 n. 7
Da concludere per stupefatte dolcezze coreografia classicamente ritorta sul personaggio di Eros.
Col controcanto di una viola.